Prospettive e problematiche  su “Il sogno Europeo” di Jeremy Rifkin

 

 

« Avremo vera pace quando avremo gli Stati Uniti d’Europa ».

Questo era il pensiero di Cattaneo, uno dei protagonisti del Risorgimento Italiano, che contribuì allo sviluppo dell’idea di una federazione europea.

Oggi, dopo tre secoli, siamo riusciti a raggiungere questo risultato?

Non proprio, ma forse è stato raggiunto un traguardo migliore creando una nuova speranza per il futuro europeo, un progetto che rende l’Unione Europea unica nel suo genere.

« Non è uno Stato, sebbene si comporti come tale; la sua legge è superiore a quella dei venticinque paesi membri, e li vincola; ha una moneta comune, l’euro, utilizzata da molti paesi membri, regola le attività economiche e i commerci, coordina energia, trasporti, comunicazioni e una parte crescente dell’istruzione, attraverso i confini dei paesi aderenti; tutti i suoi cittadini hanno un comune passaporto UE; ha istituito un Parlamento europeo che legifera e una Corte di giustizia europea, le cui sentenze sono vincolanti per i paesi membri e per i rispettivi cittadini; ha un presidente e una forza armata. Insomma, la UE possiede molti degli elementi più importanti che costituiscono uno Stato. […] Il fatto più importante, però, è che l’UE non è un’entità territoriale: per quanto coordini e regoli le attività che hanno luogo entro i confini territoriali degli Stati membri, non ha alcuna potestà su quei territori ed è, nella realtà, un’istituzione di governo extraterritoriale ». (“Il sogno europeo, J.Rifkin)

Ogni Stato membro dell’unione europea mantiene la propria sovranità, ma allo stesso tempo i cittadini godono anche di diritti umani universali, giuridicamente prevalenti sulle legislazioni nazionali. Gli europei credono che la loro libertà possa essere garantita solo con l’inclusività e l’integrazione con gli altri, ma allo stesso tempo mantengono la loro identità, la loro cultura e la loro civiltà.

L’UE è la prima istituzione politica che nasce dalle ceneri di una sconfitta: invece di commemorare un nobile passato, cerca di garantire che il passato non possa più ripetersi. È la prima entità governativa che si basa sulla pace. Dopo migliaia di anni di conflitti e dopo due guerre mondiali, gli europei hanno capito che bisogno imparare a vivere in pace e in armonia. Dopotutto i paesi d’Europa, per quanto si siano combattuti aspramente negli ultimi duemila anni, hanno pur sempre un forte legame filosofico, religioso e culturale, condiviso da tutti, che parte dalla scienza greca e include il diritto romano, la cristianità, il Rinascimento, la Riforma protestante, l’Illuminismo, la prima e la seconda rivoluzione industriale. L’UE apre le porte ad un nuovo significato di superpotenza, che non è dato dalla forza delle armi, ma dalla capacità di negoziare e dall’apertura al dialogo e alla soluzione dei conflitti.

Il punto di forza degli europei è la consapevolezza che per vivere al meglio bisogna responsabilizzarsi verso le più grandi comunità di esseri viventi che popolano il pianeta: un impegno nei confronti degli altri uomini, delle altre creature e della nostra comune biosfera. Tutti devono essere inclusi nel mondo e nessuno deve essere marginalizzato. Gli europei vogliono anche essere connessi globalmente, senza però perdere il senso di identità culturale e locale: essi vedono la propria libertà più nelle relazioni che nell’autonomia, vedono la  qualità della vita nel presente, ma per loro questo significa vivere in una relazione sostenibile con la terra e proteggere gli interessi di chi verrà dopo.

Ciò che l’UE ci sta proponendo è un nuovo modello i cui punti cardine sono l’inclusività, la diversità, la qualità della vita, sostenibilità, diritti umani universali, diritti della natura e pace sulla terra. Un modello che insegna a vivere meglio e che non è solo una speranza per l’Europa, ma per tutto il mondo.

 

Maja Peric